Just another WordPress.com site

SWEET CHESTNUT

 

11SWEET CHESTNUT
Di Lelita Staffieri*

Le novizie in attesa di essere consacrate alla Dea erano radunate intorno alla polla sacra. La Sacerdotessa anziana le aveva condotte lì al calare del Sole. Era stato loro imposto il voto del silenzio. Già alle prime luci della Luna nascente le loro menti erano sgombre ed i loro sensi amplificati.

Di lì a poco la grande sacerdotessa le avrebbe guidate nel loro primo rituale. L’iniziazione da cui dipendeva la permanenza di ognuna sull’isola sacra, ma anche gli insegnamenti che avrebbero ricevuto dipendevano dai talenti che la Dea avrebbe attivato in ognuna delle fanciulle.

L’attesa le rendeva trepidanti e l’energia della prossimità alla fonte sacra le investiva ad ondate procurando loro brividi ed un leggero stordimento.

La Luna era ormai sorta e la grande Sacerdotessa accompagnata dai Druidi sarebbe arrivata a breve. I tamburi ed i canti delle sacerdotesse consacrate si facevano sempre più vicini. La vibrazione dei suoni si espandeva ad ogni corpo facendo trepidare la terra da cui emanava una forza primordiale crescente che si sovrapponeva al battito del cuore, al respiro, allo scorrere del sangue.

Quando tutto fu suono e vibrazione la Sacerdotessa comparve accanto alla polla sacra indicando la prima fanciulla ed invitandola con un sorriso rassicurante, se pur austero, a raggiungerla.

Anja con riverente emozione la raggiunse non rendendosi conto di aver smesso di respirare. Un senso di anticipazione la turbava un poco, cosa che non sfuggì alla Sacerdotessa che le prese dolcemente il mento in una mano, le soffiò sulla fronte, e con l’altra mano le spinse il diaframma. Il suo sguardo fisso in quello di Anja, che riprese a respirare come fosse emersa dalla sua apnea dai fondali marini. Non riusciva a distogliere lo sguardo dagli occhi della Sacerdotessa. Le pareva di sprofondare in un vortice sempre più luminoso, sempre più profondo e caldo, tanto caldo e profumato. Sì profumato di fiori. A quel punto udì nella sua mente la voce della Sacerdotessa che le suggeriva di ascoltare. Allo stesso modo le rispose:

“Sì, mia Signora, ti ascolto, ti sto ascoltando. Parlami, guidami.”

“Non me. Devi ascoltare la Sua voce. La voce della Dea. Ti parlerà attraverso un fiore. Scegline uno. È il consiglio della Dea per te. Ascolta la voce del tuo fiore, ti guiderà” rispose la Sacerdotessa, che interrotto il contatto con Anja, le indicò la sacra sorgente.

Anja vi si accostò sporgendosi, inebriata dal crescente profumo di fiori. Con grande stupore si rese conto che la polla era colma di fiori. Erano tanti, tutti bellissimi e profumatissimi. Decise di chiudere gli occhi e di scegliere il suo fiore lasciando che questi in qualche modo venisse a lei. Si abbandonò completamente, lasciando che la mente fosse pronta a cogliere un segno, i suoi sensi a captare una qualsiasi forma di risonanza. E avvenne. Riuscì ad isolare tra tanti quell’unico profumo, lo inspirò con tutto il suo essere fino al punto di fondersi con esso, e nel silenzio creato da quella connessione percepì distintamente una voce manifestarsi nella sua mente, nel suo ventre, nel suo cuore.

“Manifesto la Dea nascendo da un castagno. Mi chiamo Castanea Sativa, ma sono conosciuta come Sweet Chestnut. Assumendo la mia essenza accederai al messaggio della Dea per te, oggi, ed alla sua guida. Le porte della tua anima si spalancheranno rivelando l’assoluta verità del tuo essere. Non temere, ed abbi coraggio, perché non c’è viaggio senza vista. Se sei pronta ad accogliermi, avvicinati. Quest’acqua sacra è intrisa della mia essenza, ne reca l’informazione energetica che trapasserà dal mio spirito al tuo. Accogline la vibrazione, io risuonerò con la parte di te che ha bisogno del principio positivo di cui sono portatrice. Bevi, e lascia che io penetri nei recessi più profondi del tuo spirito.
Ti rivelerò ogni cosa di te, affinchè tu possa procedere con più leggerezza e luce nel tuo cammino e nella tua permanenza su quest’isola, e affinchè tu possa essere introdotta nello studio dell’antica conoscenza”.

Così si espresse lo spirito del fiore rivolgendosi intimamente ad Anja. La novizia aveva le gambe paralizzate, non per effetto del freddo, bensì per il suo timore di dover guardare dentro il suo ben celato dolore, dentro la sua anima piegata da troppi venti. Desiderava che qualcosa accadesse, non importava che fosse dirompente al punto di finirla o che fosse tanto devastante da riaccendere la fiamma della speranza e della gioia. Desiderava che quello stato di semimorte finisse. Fu questo a condurla al pozzo sacro, nonostante i suoi arti fossero immemori di quei lunghi passi esitanti. Bevve, bevve fino a bagnare la sua candida veste di novizia, reidratando il suo deserto interiore. Abbandonata ogni resistenza si inginocchiò, levò il viso alla Luna e tra lacrime strozzate disse:

“…E sia. Ecco chi sono. Ecco cosa ne è stato di me!”

“Piangi, figlia. Riversa su questo sacro suolo tutte le lacrime del tuo dolore antico. Sei stanca. Troppo a lungo hai al mondo serbato la morte di una parte di te, dignitosamente. Accetta di esprimere lo stremo delle tue forze. Vedo… che senti di non poter sopportare oltre. Senti che questa angoscia non ti appartiene e non vorresti più abitarla. La tenacia con cui le hai opposto speranza, perseveranza e gioia ora soccombe sotto il peso di eventi più grandi di te. E’ vero. Questi eventi però, non sono realmente più grandi del tuo spirito guerriero. Sono solo grandi forze che ti stanno opponendo, o proponendo, un cambiamento enorme, radicale, in un modo dirompente. In questa buia notte dell’anima tu stai già rinascendo come una Fenice dalle sue stesse ceneri. Stai attingendo ad una luce da te stessa generata per orientarti. Nessun faro esterno per te stavolta, perché tu non credi più in nessun faro esterno a te. Non vedi che proprio in questo sta il grande inizio, il grande cambiamento che la tua anima anela? Non ti accorgi che stai sperimentando la regia della tua vita che reclamavi assumere? Non è facile, certo… Né sempre ci riesci. Ed ogni volta che ricadi senti esaurire le ultime riserve di forza. Non cedere proprio adesso! Sei sul sentiero giusto per te, e nella giusta direzione. Se ti centri e rimani imperturbabile in questa verità, fidandoti nuovamente della tua intuizione e della mia voce, saprai attingere anche a quell’altra certezza che si è spenta in te: quella di essere amata e sostenuta. Non sei sola, e non lo sei mai stata. La Dea e le tue guide hanno sofferto con te, ma hanno dovuto lasciare che fossi tu a rinascere, fidandoti ancora. Presto, figlia! Nuove grandi forze ti sosterranno anziché osteggiarti, soffiando venti di leggerezza. Le tue vele ne saranno spinte agevolando la direzione del tuo timone. Naviga le tue acque! Sei qui per non dimenticare chi sei, per ricordare il tuo compito e, soprattutto, per realizzarlo. Manifestando chi realmente sei, manifesterai l’amore della Dea. Desideri compiere questo viaggio con il mio aiuto, figlia?

“Sì. Sì! E’ questo ciò che voglio. E’ questo tutto ciò che voglio! Aiutami…”, furono le uniche parole di Anja, prima che bevesse ancora quell’essenza straordinaria che le stava dando speranza, nuova luce e leggerezza d’animo per riprendere il suo viaggio.

 (http://www.ilcerchiodellaluna.it/central_Gaia_AVSweetChestnut.html)

avalon

Lascia un commento